Si è appena conclusa la due giorni di incontri, iniziative, dibattiti promossa da Scuole in Lotta con un riverbero nazionale. Da svariate città, studenti e studentesse medie si sono date appuntamento la mattina del 2 giugno a Bologna per occupare tutte insieme lo stabile delle ex poste di via Zanardi, lasciato da decenni alle macerie e all’abbandono.
Un’azione certamente determinata, che mette al centro – urbano e politico – le necessità di quella generazione giovanissima travolta da tre anni di emergenza pandemica, e che ora pretende socialità, diritti, vita che non sia sopravvivenza. Come esplicita la stesso titolo di tale iniziativa, i collettivi delle scuole hanno le idee chiare sul non voler accettare mediazioni a ribasso rispetto alle proprie rivendicazioni, puntando direttamente al cielo e all’abbondanza come prospettiva per uscire dalle catene della precarietà.
Plenarie e dibattiti hanno dato vita a queste 24 ore di confronto costante tra diverse esperienze territoriali, che partendo dalle proprie specificità si sono andate a contaminare tra di loro: dalla lotta contra la TAV a quella contro la costruzione di basi militari, contro la devastazione ambientale in tutte le sue forme.
L’aria di una prospettiva comune, di una collettiva necessità di abbattere quel sistema scolastico opprimente, aggravatosi nel mondo post pandemico che – filo rosso di tantissimi interventi – è andato ad esasperare l’autoritarismo dei presidi, la progressiva mancanza di spazi di socialità, i ritmi serrati di un’alternanza scuola-lavoro criminale che continua a mietere le possibilità di vita. Tanti spunti, tanti sguardi diversi che esplicitano una necessità di “mettersi in ecosistema”, di intrecciarsi per infittirsi.
Questa due giorni di Scuole in Lotta si conclude con una critica condivisa al presente che ci circonda, una voglia condivisa di impattarlo per distruggerlo e e ricostruirlo socialmente, a partire dalla marcia regionale prevista per il 17 giugno come risposta alla tremenda alluvione e ai decenni di politiche mortifere che la hanno prodotta.
